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Il Colloquio clinico

Corso online

Il colloquio clinico ha da sempre rappresentato lo strumento principale attraverso il quale lo psicologo indaga il mondo intrapsichico del paziente.

Rappresenta uno degli assi più portante dell’intera disciplina psicologica in quanto l’azione di cura si svolge attraverso il colloquio all’interno di una relazione tra almeno due persone: lo psicologo e il paziente.

Incontrare l’altro e in particolar modo la sua sofferenza psicologica, i suoi disagi esistenziali, la sua forma mentis sul mondo e sulle relazioni in generale, rappresenta una duplice sfida: conoscitiva da una parte e dialogica dall’altra.

Aiutare l’altro a disvelare a se stesso le basi intrapsichiche su cui poggiano le proprie difficoltà psicologiche e da cui hanno preso vita, lo si può realizzare all’interno di un dialogo che promuova il cambiamento. Il paziente che necessita di una ristrutturazione profonda della personalità, può trovare una fonte di tale cambiamento all’interno di un colloquio psicoterapeutico che richiede al professionista la capacità di saper accogliere l’altro sul duplice canale: emotivo e cognitivo.

Colloquiare nello studio dello psicologo deve essere per il paziente un’esperienza unica che non si avvicina minimamente alle esperienze mondane di colloquio con l’amica al pub che, dopo aver ascoltato i tuoi problemi ti dice:” fai come ho fatto io vedrai che riuscirai a dimenticarlo”; dandoti poi dei consigli a partire dal suo punto di vista. Oppure, sostenere un colloquio in reverendo silenzio per poi sentir dire dal paziente espressioni del tipo:” mi sembra di parlare ad un prete o ad una suora”.

Il colloquio clinico si apprende e durante questo apprendimento impariamo a conoscerci e ad accogliere i nostri errori nella comunicazione.

Errori che non sono di natura sintattica o grammaticale ma di natura relazionale, ovvero dovuti all’effetto emotivo e cognitivo che suscitiamo nel nostro paziente.

Per chiarire quest’ultimo punto mi viene in mente Nelson Mandela che ripeteva spesso :” se parli con un uomo in una lingua a lui comprensibile, arriverai alla sua testa. Se gli parli nella sua lingua, arriverai al suo cuore”.

Parafrasando Mandela, potremmo dire che per essere in grado di parlare la lingua del paziente bisogna incontrarlo all’interno della sua visione del mondo. Questo incontro è reso possibile solo se il professionista si permette di attuare uno spostamento psichico interno, dal proprio mondo alla visione del mondo dell’altro. In poche parole significa uscire dal proprio egocentrismo. Di fatto, l’egocentrismo è uno dei principali “produttori di errori” che possiamo osservare nello svolgersi di un colloquio clinico.

Esso ci può portare a strutturare un colloquio clinico di assoluta inutilità o di assoluta ingerenza catastrofica, per esempio quando strutturiamo un colloquio che tende a basarsi sulla difesa delle proprie teorie psicologiche a discapito dell’incontro autentico con l’altro.

Questo breve corso vi permetterà di apprendere esperenzialmente come strutturare un colloquio clinico per quella specifica richiesta da parte del paziente in quella specifica seduta.

Chi di voi, avendo indossato i panni del paziente, ha avuto esperienze di colloqui clinici che li ha lasciati nè più nè meno come prima, conosce l’importanza di evitare questo effetto nel paziente.

Durata: 6 incontri da 2 ore.

Dove: online/onsite se possibile.

Destinatari: Psicologi, laureati o laureandi, psicoterapeuti, psichiatri e neuropsichiatri.

Numero chiuso: massimo 20 iscritti.

Info per Iscrizioni: segreteria@istitutogestaltromagna.it Cell. 3314051091

Investimento: 150 euro + iva.

Al termine del corso verrà rilasciato un Attestato di Partecipazione.

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